VITA
LA MOLTITUDINE DI COLORO CHE ERANO DIVENTATI CREDENTI AVEVA UN CUORE SOLO E UN'ANIMA SOLA
(At 4,32)
La vita cristiana è vocazione. Ogni dono è compito che chiede di essere custodito e portato a compimento. Tutto è grazia e davanti alla gratuità del dono deve seguire la gratitudine della vita.
Ogni grazia ci è data nel Signore Gesù morto e risorto. Per questo il Mistero Pasquale occupa anche nella nostra vita di comunità un posto centrale.
Insieme viviamo con ritmo settimanale il Sacro Triduo, in gesti che sono la manifestazione comunitaria della partecipazione a questo mistero.
L’adorazione eucaristica e la veglia del “Getsemani” il giovedì, l’adorazione alla croce o la via Crucis il venerdì, la giornata mariana e la veglia del Sabato che termina nella gioiosa celebrazione domenicale.
Al mistero pasquale corrisponde l’indole propria della nostra vita, esplicitata nelle tre dimensioni che determinano la regola di ogni abitante della Casa di Maria.
Esse sono la vita contemplativa, penitenziale e comunitaria.
"Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione"
(San Giovanni Paolo II, Novo Millenio Ineunte, 43)
VITA CONTEMPLATIVA
Alla scuola di Maria impariamo la preghiera del cuore. Vogliamo imparare da colei che più di tutti ha ascoltato e amato il Figlio, ad ascoltare e ad amare Cristo.
La Casa di Maria nasce come gruppo di preghiera ed è essenzialmente Casa di preghiera.
Mettendo al centro l’adorazione e l’incontro con Cristo, vogliamo affermare nella nostra esistenza il primato di Dio.
"La presenza di Gesù nel tabernacolo deve costituire come un polo di attrazione"
(San Giovanni Paolo II, Mane nobiscum Domine, 18)
VITA PENITENZIALE
E’ il primato di Dio che ci chiama a conversione. Guardando Cristo, crocefisso per i nostri peccati, nasce il pentimento e l’esigenza di cambiare. Questa è la condizione chiara che il Maestro pone a chi vuol essere suo discepolo: “Rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Lc 9,23).
Il nostro "io" è da purificare perché non sa seguire con umiltà, non è capace di obbedienza docile, non ha su gli altri uno sguardo puro e gratuito.
Anche a livello culturale, la Casa di Maria non si schiera in una concezione di vita che oggi nel concreto vuole sostituire l’"io" a Dio, che non solo non afferma la necessità per l’uomo della conversione, ma fa dell’uomo il dio di se stesso. Questa visione dell’uomo, non solo combatte Dio, ma distrugge l’uomo stesso. L’uomo ritrova se stesso nella comunione con Dio suo Creatore, realizzata in Cristo Gesù Redentore dell’uomo.
"Nessuno vive da solo. Nessuno pecca da solo. Nessuno viene salvato da solo. Da cristiani non dovremmo mai domandarci solamente: come posso salvare me stesso? Ma: che cosa posso fare perché altri vengano salvati? Allora avrò fatto il massimo anche per la mia salvezza personale"
(cfr. Benedetto XVI, Spe salvi, 48)
VITA COMUNITARIA
E’ questo mistero della presenza viva di Cristo in mezzo a noi che intendiamo come vita comunitaria. E’ l’esperienza di questa vita di comunione costituisce l’elemento essenziale dell’identità e della missione nella Chiesa: secondo il comando di Cristo “Che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12). La dimensione fraterna caratterizza tutto il nostro vivere insieme, dai momenti di preghiera a quelli ricreativi, alla condivisione nell’aiuto allo studio e nelle attività lavorative, nella missione e nella testimonianza, beni e doni, doti e talenti, a servizio del disegno più grande a cui tutta la famiglia partecipa.
“«Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me»: così è cambiata la mia identità essenziale. «Io, ma non più io»: è questa la formula dell’esistenza cristiana fondata nel Battesimo"
(cfr. Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al convegno nazionale della Chiesa italiana a Verona, 19 ottobre 2006)